Sapevi che puoi ridurre i consumi energetici staccando il caricabatterie di cellulari e laptop?
Proprio così, si possono ridurre i consumi elettrici se stacchi i caricabatterie di qualsiasi dispositivo tecnologico. Parlo di cellulari, notebook, tablet e molti altri dispositivi che necessitano di ricarica quotidiana. Vediamo come funziona il tutto e quanto si può risparmiare con questa mossa.
Puoi davvero ridurre i consumi energetici se ti ricordi di staccare il caricabatterie quando non hai nulla in carica
Normale, siamo abituati a pensare che se non abbiamo dispositivi in carica il caricabatterie non consuma niente. Non è proprio così, anzi, nei modelli più datati il consumo annuo inutile può arrivare al costo di una pizza con bibita inclusa.
Lasciare il caricabatterie attaccato alla presa consuma elettricità, infatti quando si stacca il dispositivo ricaricato dal cavo di alimentazione il caricabatterie continua a consumare energia elettrica, seppure in modo ridotto. Quindi se pensi che ridurre i consumi sia un atteggiamento di rispetto verso l’ ambiente e un inutile spreco di soldi, guarda quanto potresti risparmiare in bolletta.

Quanto possiamo ridurre i consumi staccando la spina?
Un caricatore nella presa elettrica senza dispositivo collegato consuma comunque una certa quantità di elettricità. Questo succede perché gli apparecchi dispongono al loro interno di un trasformatore, un componente fondamentale per la ricarica di device elettronici come smartphone, PC, tablet e speaker, ma che consuma energia anche quando non sta ricaricando nessun dispositivo se rimane attaccato alla presa.
Grazie al fatto che i caricabatterie sono stati via via implementati questo spreco si è via via ridotto ma non è mai nullo. Dal 2020 il consumo possibile da parte del caricatore non deve superare gli 0,1 watt di potenza se non vi è collegato uno smartphone o un tablet. A stabilirlo è stato il Regolamento UE 2019/1972, entrato i vigore per incentivare la produzione di tecnologia sostenibile. Per chi possiede laptop, cellulari e caricabatterie più datati però il discorso cambia e il consumo risulta di gran lunga maggiore.
Quanto sprechiamo di energia lasciando il caricabatterie inserito nella presa della corrente? Possiamo seriamente ridurre i consumi?
All’incirca 0,25 W, una quantità ben inferiore rispetto ai 3 W circa di consumo quando il dispositivo è in carica. Ad ogni modo, un caricabatterie che consuma corrente in questo modo rappresenta un dispendio energetico del tutto inutile ed evitabile. Considerando un prezzo dell’energia elettrica di 0,50 euro/kWh e ipotizzando di lasciare il caricabatterie attaccato alla presa per 24 ore tutti i giorni, il consumo annuale sarà di circa 2.2190 W, ossia circa 2,22 kWh. Ciò comporta un costo intorno a 1,1 euro l’anno.
Gli alimentatori meno recenti non garantiscono consumi altrettanto irrisori – possono anzi rappresentare una voce importante del consumo energetico domestico. Un vecchio alimentatore di un laptop, per esempio, ha una perdita a vuoto che può arrivare anche a 4 watt: considerando lo stesso prezzo dell’energia, lasciare questo alimentatore attaccato alla corrente per un anno intero si traduce in una spesa che supera i 13 euro!
Se consideriamo poi i molteplici dispositivi che una famiglia usa in casa il soldi buttati a vuoto aumentano alla grande. Anche qui ridurre i consumi va visto in un’ ottica e di risparmio energetico e di rispetto verso l’ ambiente. La corrente elettrica arriva in casa viaggiando su una rete di cavi interrati o sospesi tra piloni, che puoi vedere distribuiti sul territorio. Da dove arrivano questi cavi? L’energia elettrica viene prodotta in edifici chiamati centrali elettriche, che la ricavano trasformando le fonti naturalmente disponibili sul nostro Pianeta. Ma quanto disponibili?